Agnelli, Nedved e Marotta in conferenza stampa
Al termine dell’Assemblea degli Azionisti si è tenuta come di consueto la conferenza stampa. Questi gli interventi del Presidente Agnelli, del Vice Presidente Nedved e dell’Amministratore Delegato Marotta:
«Come sistema calcio in Italia e come Juventus, scontiamo un paio di cicli. Nel 2005/06 per fatturato, redditività e bottom line eravamo simili ai grandi club tedeschi e spagnoli. Poi sappiamo cos’è accaduto e il calcio italiano si è fermato. Noi siamo ripartiti nel 2010/11, che avevamo già allora definito un anno di transizione».
«La Juventus per i prossimi due, tre anni, ha capacità di crescita analoghe rispetto ai grandi club europei, anche se continuerà a asocntare quei cinque anni di ritardo, poi sarà determinante un intervento per cambiare il prodotto della Serie A per lo sviluppo degli scenari internazionali».
«Il calcio italiano ha bisogno di interventi, ma guardando gli aspetti positivi, i tifosi ci sono e continuiamo ad avere un campionato tra i migliori. Bastano due, tre elementi correttivi e possiamo tornare ad essere il calcio numero uno al mondo. In questo momento essere a capo del calcio in Italia è uno dei mestieri più divertenti, perché il potenziale è enorme e c’è spazio per fare bene e crescere. Non ci resta che utilizzare la passione che tutti abbiamo per questo sport e cercare di ottimizzarlo».
«Dopo due anni e mezzo dall’elezione, il Presidente Tavecchio e il Direttore Generale Uva, hanno una percezione della macchina amministrativa molto superiore, rispetto agli inizi, quindi, in questa fase ,possono offrire migliori garanzie per l’attuazione delle riforme di cui il nostro calcio ha bisogno».
«Sono convinto che la nostra squadra abbia grandi margini di miglioramento. Per ora abbiamo raccolto un bel bottino di punti ma sappiamo di poter crescere come prestazioni e credo che la strada intrapresa sia quella giusta. Higuain? Siamo molto contenti di lui. Il suo impegno è fantastico e credo sia il miglior finalizzatore al mondo. Abbiamo scelto bene e il tempo ci darà ragione. In questo momento, avendo tanti giocatori nuovo, dobbiamo imparare a conoscerci per esaltare le caratteristiche di tutti».
«Non possiamo nasconderci dietro l’alibi dell’arbitraggio: noi siamo forti e dobbiamo avere la capacità di vincere anche in presenza di “errori arbitrali”. Con Rizzoli abbiamo parlato e chiaramente ho rimarcato lo stato d’animo di giocatori e società, poi siamo entrati nel merito della casistica ma è inutile dilungarsi perché sono valutazioni soggettive e credo che, ancora oggi, l’arbitro debba avere margini di discrezionalità, al di là dell’elemento tecnico».
«Ritengo che il campionato sia ancora aperto: una squadra come il Milan, che non era indicata alla partenza come una delle candidate alla vittoria finale, in questo momento sta dimostrando di poter essere davvero competitiva. Manca, però, tantissimo alla fine del campionato, e siamo ancora in una fase interlocutoria. Da molti siamo additati come la squadra più forte, ed effettivamente, guardandoci, ci consideriamo i più forti, ma i risultati non sono già scritti e bisogna effettivamente raggiungerli. Noi siamo la Juventus e abbiamo l’obbligo di arrivare fino in fondo».
«È uno strumento moderno, che non è ancora stato pienamente recepito nel sistema italiano, mentre all’estero si tratta di un sistema piuttosto consolidato. Noi abbiamo l’obbligo di monitorare tutto ciò che avviene nell’ambito calcistico e sfruttare le opportunità che si evidenziano: nel caso di Higuain, abbiamo sfruttato un’opportunità, peraltro anche costosa, che ha rappresentato comunque una valutazione congrua del valore del giocatore. Noi siamo contenti di questa operazione e pensiamo di aver speso molto bene questi soldi: dovrebbe essere contento anche il Napoli, che ha incassato una cifra consistente».
«Gli ex procuratori, oggi rappresentano una nuova figura: quella dell’intermediario. Oggi i familiari dei giocatori diventano agenti, mentre gli ex agenti diventano veri e propri intermediari. Sono necessari, perché sanno muoversi bene ed è uno strumento di cui spesso non possiamo fare a meno».